
Quanto è importante l’ interpretazione?
Eccoci. Siamo arrivati dritti al cuore di questo blog, ovvero in una sezione dedicata completamente all’interpretazione dei brani.
Avete mai assistito ad un’ esibizione canora trovandovi alla fine poco soddisfatti? Avete mai sperimentato la sensazione di aver ascoltato un/una cantante dal vivo, ma come se foste al dilà di un vetro? Una spessa lastra di vetro, un filtro, che impediva che le emozioni arrivassero dritte al vostro cuore?
Avete mai pensato di un/’ artista “Bravissimo/a, ma non mi ha convinto. Era perfetto/a, ma asettico/a.”?
Nel mio campo gira un detto, poche parole dirette e crude: “Per fare il cantante serve ANCHE la voce“. Esatto. Per convincere lo spettatore è necessario avere innanzitutto un buon strumento, un’ ottima intonazione e una gestione soddisfacente di tutte le risorse tecniche di cui abbiamo parlato fino ad ora in questo blog.
Ma non basta.
E’ necessario essere soprattutto convincenti, bisogna trasmettere un messaggio e investire l’ ascoltatore di carica emotiva. Un tir di emozioni in pieno petto.
Ecco l’ importanza dell’ interpretazione: è l’ arma con cui riusciamo a fare breccia nell’ animo di chi ci ascolta.

Abbiamo già introdotto qui quanto la comprensione del testo e la recitazione siano fondamentali per l’interpretazione.. ma se a ciò aggiungessimo il carico da novanta? Ovvero: se il brano facesse parte di una colonna sonora di un film, di un musical o di un’opera?
Il lavoro si fa strainteressante.
Ecco che oltre alla comprensione del testo dobbiamo entrare nella testa di un personaggio, nella sua psiche. Dobbiamo sapere i suoi desideri, i suoi motori e i suoi blocchi. Chi è? Da dove viene? Cosa farà? A che punto è della storia? Cosa prova?
E tutto ciò deve entrare in noi prima di uscire attraverso le nostre corde vocali.

Le mie esperienze lavorative si dividono in due grandi blocchi: regie basate sulla storia e sulla psicologia di un personaggio e regie puramente spaziali.
Vi garantisco che non c’è paragone tra le une e le altre.
Un regista che “perde” qualche ora di prova per cogliere il vero messaggio di un’ aria sta mettendo in te il seme di quella che sarà poi una regia naturale. Ti sta spiegando le cause di un’ azione, i perchè di un sentimento e i punti che desidera maggiormente mettere a fuoco e sarà molto più semplice trasmettere ciò successivamente al pubblico.
Al contrario, il regista che si focalizza solo sulla musica, senza spiegarne la drammaturgia produrrà una regia arida, perchè i protagonisti faranno fatica a cogliere il filo logico dentro la sua testa e il risultato sarà sconnesso e visivamente poco apprezzabile.
Ma torniamo a noi…
Interpretare i brani, soprattutto i grandi classiconi che parlano d’ amore ( come il 90% della musica pop italiana) paradossalmente può essere davvero complesso. Dovremmo saper cogliere in frasi concettualmente molto simili tra di loro, sfumature diverse e riportarle al pubblico, vestendo i panni di un reale innamorato. Il rischio è che si cada a picco nella monotonia e nel piattume.
Ecco perchè dopo poche lezioni, chiedo ai miei allievi di studiare un brano estratto da un musical. In questo modo l’allievo sarà portato naturalmente ad entrare nella testa del personaggio, l’ interpretazione ne gioverà tantissimo e farà tesoro di questo bagaglio anche nel resto del repertorio.
E da dove iniziare, se non dal mondo dell’ animazione? Questo universo ci regala un’ enorme varietà di brani, adatti a diverse tipologie di voce, spesso tecnicamente non difficilissimi e con personaggi psicologicamente accessibili.
Attingiamo dal colossale calderone delle produzioni Disney, DreamWorks (..e altri) per imparare i fondamenti della tecnica, dello studio del personaggio e dell’ interpretazione.
Iniziamo un grande viaggio nei meandri della mente di questi personaggi, legati alla nostra cultura popolare e vestiamo i loro panni anche solo per pochi momenti per imparare a diventare dei veri artisti.