Cosa succede se non abbiamo cura del nostro strumento?

Ciao a tutti e bentornati!

Oggi si parlerà di un tema davvero tosto e complesso, ovvero degli effetti a lungo termine di una tecnica pesante e non efficiente.

Gli stessi effetti possono essere riscontrati anche su persone che fanno un uso improprio della voce, sia nella vita quotidiana che durante le ore di lavoro.

Sto parlando di danni, più o meno pesanti alle corde vocali, che possono partire da una semplice infiammazione per arrivare a vere e proprie patologie trattabili chirurgicamente.

Un avvertimento per le persone facilmente impressionabili: questa sarà una fabbrica di conati, una landa disseminata di mine, di immagini grottesche che possono spuntare da un momento all’altro sul vostro schermo.

Uomo avvisato mezzo salvato.

Se vi sembra una tematica lontana anni luce dalla vostra esperienza, a fine articolo vi lascerò un esperimento interessante (nessuno si farà male, tranquilli).

Di cosa siano le corde vocali ne abbiamo parlato abbondantemente qui, nell’articolo sulla fisiologia del cantante, e qui nel video a loro dedicato, ma oggi tratteremo di come possono reagire queste sottili lastre tendinee ad un abuso.

Per poter giocare a Trova le Differenze nel corso dell’articolo, vi allego come prima cosa un’immagine di corde vocali sane:

Immagine prelevata da Google

Cantare per anni con una tecnica pesante e affaticante, insegnare in una classe rumorosa, urlare a squarciagola (termine non a caso) ad un concerto (ecc) possono portare a danni del nostro prezioso e delicato strumento fonatorio.

Ringrazio il mio amico, il dottor Pietro Cerritelli per aver proposto diversi articoli a stampo più scientifico e anatomico.

Beh, è ora di cominciare ed entrare nel vivo: ci concentreremo sui tre effetti patologici più diffusi tra i cantanti.

  • Che tipologie di danni alle corde vocali esistono?

Esistono fondamentalmente due macrofamiglie di patologie alle corde vocali: congenite (dalla nascita) ed acquisite (che insorgono nel corso della vita).

Come potrai immaginare, tralasceremo le prime per concentrarci sulle seconde.

  • Ok, e come si acquisiscono?

Generalmente a seguito di un abuso, come dicevo prima, o a causa di abitudini di vita tossiche.

  • Come possiamo suddividere le patologie acquisite?

Possiamo fare distinzioni che vanno da patologie malformative (che alterano la forma e dunque la funzione delle corde – cisti, cicatrici ecc.) fino ai tumori, paralisi, infezioni… Ma concentriamoci su patologie da abuso o uso improprio della voce e infiammazioni.

Entriamo nel vivo: che tipo di patologie da abuso possiamo trovare?

1 – Edemi

L’edema è un accumulo di liquido che deriva da un’infiammazione di diversa natura (maltrattamento della voce, fumo, ma anche laringiti ecc. Non ultima un’infezione). Tale accumulo, che causa un rigonfiamento delle corde, ne impedisce il regolare funzionamento e dunque altera l’emissione vocale.

3..2..1..bomba.

Immagine prelevata da Google

Mi piace moltissimo la metafora del dottor Cerritelli a riguardo:

“Immaginiamo un tubo pieno d’acqua fatto di una rete a maglie strettissime, così strette da far passare solo qualche goccia d’acqua. L’infiammazione fa distendere le maglie ed ecco che aumenta l’acqua che ne esce. ”

Voilà. Questo è il funzionamento, al momento dell’infiammazione, delle “maglie” che rivestono i capillari che irrorano la mucosa di cui sono rivestite le corde vocali.

Questo gonfiore impedisce una chiusura ottimale delle corde, non vibrano come dovrebbero e ne consegue una voce non a fuoco o, in gergo, ariosa.

  • Cure?

Qui siamo fortunati, la cura varia in base alla causa e, nella maggior parte dei casi, dobbiamo aspettare pazientemente che il nostro corpo riassorba da solo il liquido in eccesso.

Per intenderci: se l’edema è dovuto a infezione batterica potrebbero occorrere antibiotici, se è dovuta a fumo o alcol potrebbe essere necessario ridurli, se è in corso un’infiammazione potrebbero volerci, parlando col vostro medico, dei farmaci anti-infiammatori.

  • Quali sono i sintomi?

In generale sentiremo un abbassamento vocale, una voce fuori fuoco (disfonia).

I sintomi, come anche le cure, sono strettamente collegati alla causa del gonfiore: se l’infiammazione è dovuta a laringite ecc ecc allora riscontreremo tutti i sintomi di queste ultime, come febbre, mal di gola…

2 – Noduli

Ecco a voi l’incubo dei cantanti, esteticamente più carino di un edema di certo, ma assolutamente più problematico.

Mina tra 3..2..1..

Immagine prelevata da Google

Avete presente quando, scrivendo, la penna preme sempre sullo stesso punto del dito? O quando suonando la chitarra pizzicate continuamente la corda? O quando arrampicandovi, la carne sotto il polpastrello deve reggere tutto il vostro peso? (So di cosa parlo, arrampicarsi non ti regala le mani di fata).

Bene, in tutti questi casi il corpo si “difende” producendo dei calli, inspessimenti della pelle come reazione ad uno stimolo continuo che altrimenti produrrebbe dei danni.

Stesso discorso per le corde vocali. Un loro uso improprio produrrebbe grossi danni e loro si difendono in questo modo: producendo dei calli, meglio detti noduli.

La peculiarità dei noduli è che si formano in maniera speculare su entrambe le corde nel punto esatto dello sfregamento (vedete quella doppia pallina?)

  • La cura?

Se siamo fortunati anche qui ci toccherà attendere, ma se non lo siamo, la soluzione è l’asportazione chirurgica.

In generale il nodulo tenderà a riformarsi nel caso in cui andassimo a sollecitare nuovamente le corde allo stesso modo dopo la guarigione. Ecco perchè è importante curare l’emissione vocale e la tecnica canora.

Potrebbe essere utile, in alcuni casi, un aiuto del logopedista.

  • Quali sono i sintomi?

Il sintomo più comune, soprattutto tra noi cantanti è la presenza di “aria nella voce”, che può andare da un sibilo (disfonia) fino alla completa perdita della stessa (afonia).

3 – Polipi

Qui saliamo all’ Olimpo degli orrori, anche se sono stata gentile, ho scelto l’orrore meno olimpico che ci fosse in un libro di otorinolaringoiatra.

Conato fra 3..2..1…

Albera R. & Rossi G. (2013) Otorinolaringoiatra. Torino: Edizioni Minerva Medica S.p.A.

Come potete vedere da questa deliziosa immagine, i polipi hanno l’aspetto di escrescenze anomale del tessuto, dette neoformazioni.

Sebbene le neoformazioni comprendano anche i tumori, i polipi sono patologie benigne.

Anche qui il dottor Cerritelli ci spiega l’insorgere di questa malattia con una semplice metafora:

“Pensa di tenere in mano un palloncino pieno d’acqua, poi immagina di stringerlo finchè non ernia fuori un bozzolo”.

Per i polipi vale lo stesso principio: la pressione sotto la mucosa aumenta così tanto da provocare questa sorta di bozzolo, senza però scoppiare.

Le cause, anche qui, si possono trovare in un maltrattamento del nostro strumento: in alcuni casi può bastare anche solo un urlo molto intenso (si rompono dei capillari e il sangue che si riversa nella mucosa crea il bozzolo).

  • La cura?

Sfortunatamente qui non si salva nessuno. L’unica cura è la chirurgia.

  • Dopo quanto tempo possiamo riscontare queste problematiche?

Le tempistiche sono davvero soggettive e dipendono anche dalla predisposizione di ogni corpo. Si può variare da anni di pratica di canto, a mesi di insegnamento o addirittura UN SOLO pomeriggio allo stadio.

  • Un esperimento per te:

Se credi che il concetto di edema e nodulo alle corde vocali sia estremamente lontano da te, prova a googlare “edema cantante famoso”, fioccheranno nomi di cantanti che conoscerai nella stragrande maggioranza.

  • Come evitare queste patologie?

Alcuni pensano che la tecnica del canto sia inutile, anzi distruttiva per la nostra performance, in quanto ci distrarrebbe dalle emozioni che vogliamo suscitare.

Famo un po’ de chiarezza.

La tecnica, come ho già espresso nel capitolo introduttivo sulla fisiologia (video #1 del Vlog che vi allego qui) deve aiutarci a superare ostacoli appunto tecnici, virtuosistici, ci insegna ad eseguire meravigliosi acuti e vertiginose scale, ma a mio parere ci porta a raggiungere equilibrio ed efficienza.

E la definizione di efficienza è: massimo risultato col minimo (o meglio dire, giusto) sforzo.

Ci insegna a disciplinare il nostro corpo in funzione di ciò che vogliamo esprimere, ad ostacolare gli istinti dannosi e gli sforzi esagerati, e a lungo andare ci insegna il rispetto per il nostro strumento al fine di evitare questo tipo di patologie.

Se ti è piaciuto l’articolo, ti chiedo di condividerlo o commentare, grazie mille!

Ringraziamo ancora una volta il dottor Pietro Cerritelli per la collaborazione.

Fonti:

  • Albera R. & Rossi G. (2013) Otorinolaringoiatra. Torino: Edizioni Minerva Medica S.p.A.;
  • Anastasi G. et al. (2012) Trattato di Anatomia Umana. Milano: Edi.Ermes;
  • Dionigi R. et al. (2017) Chirurgia – Chirurgia Specialistica. Milano Edra S.p.A.;
  • Netter F.H. (1998) Atlante di Anatomia Umana. Milano: Novartis Edizioni

7 Comments:

  1. Ho iniziato a studiare tecnica vocale per la seconda volta, pur cantando in coro da sempre, ma non avendo mai avuto tempo/possibilità per studiare. Anche questa volta, studiando la voce mista e la voce di testa, dopo un po’ di vocalizzi mirati la voce comincia a “sporcarsi”, a non rispondere bene. Io ho sempre cantato da contralto, in zona comoda x me, ma sembra abbia anche il range alto e vorrei sfruttare tutto. Sono andata da una logopedista specializzata in voci artistiche e sia lei che la mia insegnante dicono che praticamente non controllo bene appoggio e sostegno. Posso chiedere un consiglio/suggerimento ulteriore?
    Grazie.

    1. Ciao Mariella, certo, ha assolutamente senso quello che dicono le due esperte: il lavoro del fiato è il motore principale di tutto il nostro sistema fonatorio. (Se cerchi approfondimenti c’è tutto nell’articolo sulla fisiologia). Contattami in privato su instagram o facebook, avrei un paio di domande da farti sulla tua tecnica.

  2. La mia coach di canto,sostiene che non conoscendo il solfeggio,ed avendo una voce molto”pesante e scura”(mezzo_soprano),non riesco a sostenere gli acuti di un soprano perché probabilmente non mi concentro sulla respirazione.Vorrei un consiglio per capire come trovare questo “sostegno”.E sapere se un soprano è oggettivamente “migliore”..del mezzo soprano.Domanda forse sciocca ,ma da sempre il mio sogno è toccare note di un registro più alto.Lo studio può realmente permettermi di concretizzare ?

    1. Ciao Cristiana! La prima risposta che mi sento di darti è: ogni tipologia di voce ha una propria zona di comfort, il mezzo soprano semplicemente la ritrova in una zona più grave rispetto alle varie tipologie di soprano, sono solo voci diverse e non migliori l’una dell’altra. O meglio, sono più o meno adatte a determinati ruoli o stili. Ma ciò non significa che non si possa ampliare la propria estensione: se il tuo sogno è quello di eseguire gli acuti, con lo studio della tecnica ce la farai, ma calcola che probabilmente non ti risulteranno in una zona comoda (allo stesso modo, per me le note gravi sono stradifficili da sostenere).
      Con uno studio lirico non potrai diventare ciò che non sei, ma potrai sicuramente ampliare la tua estensione e consolidare la tua tecnica in maniera da poter padroneggiare più elementi possibili. (Io consiglio sempre e comunque uno studio lirico).

    1. Per quanto riguarda il fiato: è uno dei tre pilastri del canto quindi è fondamentale il suo studio e allenamento. Si tratta di micromovimenti della zona addominale letteralmente impossibili da spiegare online. Si tratta di un discordo personale, elastico e variabile nel tempo e nelle fasi dell’apprendimento. Ti consiglio quindi di rivolgerti a un bravo maestro di lirica. Per qualsiasi altra domanda contattami!

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