
11 STEP PER AFFRONTARE UN NUOVO BRANO
Come si studia un nuovo brano? Scommettiamo che nove persone su dieci, quando leggeranno la prossima frase, scapperanno a gambe levate?
Per affrontare un nuovo brano c’è bisogno di un lavoro preliminare bello profondo. Eh già, non basta avere una bella voce. Sto già mettendo a dura prova la tua pigrizia e la tua pazienza?.. Ma vuoi essere un vero cantante o vuoi limitarti alle serate karaoke?! E allora gambe in spalla!
Ok, sei ancora lì? 100 punti! Evidentemente se uno di quelli che non si ferma alle prime difficoltà, ottimo inizio!
Ti svelerò 11 punti chiave che sono fondamentali per affrontare un nuovo brano, che ogni cantante dovrebbe interiorizzare. Ready? Go!
1 – Scegli un brano giusto per te = Valorizzati!
Sembra banale, ma non è equivalente alla scelta di un brano che ti piace. Ogni voce ha le sue peculiarità che si sposano solo con alcune tipologie di brano. Ad esempio, una voce come la mia, sottile e squillante si libera sulle note più alte e sui ritmi più veloci. Una voce profonda e più corposa invece potrebbe essere adatta a brani più lenti e legati. Insomma: dove ti senti più a tuo agio? Il mio consiglio é: scegli un brano comodo, che valorizzi le caratteristiche della tua voce, che presenti però piccole difficoltà. Ti darà l’opportunità di progredire con piccoli miglioramenti tecnici e allo stesso tempo di sentirti orgoglioso del tuo lavoro, con basse probabilità di mollare l’osso. Una volta risolti i passaggi difficili, alzerai l’asticella un po’ più su.
Se invece vuoi presentarti ad un’audizione a ruoli, occhio all’aspetto fisico. Tenderanno a scegliere una tipologia di fisico adatta al personaggio. Per esempio, io che sono alta un metro e una vigorsol di piatto e ho connotati da preadolescente anche se sono vicina alla soglia dei 30, scelgo sempre ruoli freschi, da ragazzina o da paggetto (maschio, ragazzino, ma eseguito da donne) e, raramente, ruoli drammatici ma sempre molto giovanili. In sintesi: conosci te stesso, la tua voce, pregi e difetti, e valorizzati!
In questa fase non dimenticarti di contestualizzare a livello storico e stilistico il brano, per poterlo affrontare al meglio.
2 – Recitare
Dopo aver scelto un brano adatto a te, leggi il testo attentamente prima di cantarlo, con passione e cogliendo tutto ciò che c’è dietro le righe e scandendo bene le parole. Capta il “cosa sto dicendo“, sia a parole che con la melodia. Ogni frase, ogni parola ha la sua sfumatura, quindi un consiglio: recita 3/4 volte prima di cantare, il risultato è garantito!
Sii convinto di ció che dici. Non è possibile essere convincenti se prima non si è convinti.
Se sei carente in questa fase, se te manca er core, cerca un brano cantato da un personaggio, immedesimarsi in esso ti darà una spinta in più nell’interpretazione e questo ci porta direttamente al puntooo…
3 – Studio del personaggio

Adoro letteralmente questa parte. Mi rivolgo a tutti voi che volete affrontare un’opera, musical, film Disney, insomma, tutti i brani cantati da un personaggio caratterizzato. Chi sei? Dove vai? Un fiorino.
Qual è la tua storia? Le tue intenzioni? Cosa provi? Come reagisci alla vita? Qual è il tuo passato? Questa è una bellissima fase di studio: guarda l’opera o il film o il musical che stai cantando, e poi vai oltre, leggi le fonti originali, sii curioso. E se proprio non hai voglia, ecco che ti aiuterò io con i prossimi articoli e i vari studi del personaggio.
4 – Lingue straniere
Un passo forse un po’ noiosetto ma fondamentale: se c’è una lingua straniera di mezzo, non ci sono santi che tengano. Traduzione. E quanto più possibile cura della pronuncia. E qui mi ricollego al punto 2: non puoi capire e trasmettere cosa stai dicendo se non lo capisci tu per primo, giusto? Anche questa può sembrare una banalità, ma non avete idea di quanta gente canti a suoni, persino tra i professionisti lirici, senza capire un accidenti di quello che si sta dicendo, e probabilmente non si supererà davvero la barriera della vera comunicazione. E per noi lirici ahimè, l’investimento sul francese e sul tedesco prima o poi va affrontato.
Consigliuccio: nei primi tempi scegli una canzone in italiano. L’italiano, al contrario delle lingue anglosassoni o del francese, ha una fonetica che si fonda quasi al 100% su una vocale chiara e squillante. Ti aiuterà a legare di più le frasi, ad utilizzare meglio il fiato e a trovare la brillantezza della voce.
5 – Metrica e ritmo
Dopo aver letto il testo, prova a leggerlo a tempo. Andare a tempo è uno dei capisaldi dello studio di un brano. Hai in mano uno spartito? Canti su una base registrata? Ok, prima di cantare chiudi gli occhi, concentrati e identifica questo ritmo. Ora cerca di capirne l’ andamento, è un 4/4? Una danza in 6/8? In altre parole, riesci a contare 1 colpo forte e 3 più leggeri? Oppure uno forte e due leggeri?
Consigliuccio: se hai difficoltà a capire il tempo, ballalo! Alzati in piedi, chiudi gli occhi e prova a muoverti a tempo, ti aiuterà tanto, anche se probabilmente chi vive con te ti porterà in un ospedale psichiatrico.
Anche se non sappiamo solfeggiare possiamo capire se è un ritmo binario o ternario. Gli accenti delle parole sono quasi sempre settati su questi ritmi. Allora, con i dovuti margini, calca un po’ di più i tempi forti, e alleggerisci i tempi deboli, legando la battuta. Favorirai così la frase legata e non farai il trattore. TiPoQuEllIChECAntAnoCosì. Se può esserti utile, segna questi accenti sullo spartito o sul testo.
6 – Analisi del testo
Al ritorno dal manicomio, possiamo affrontare il punto sei.
Un testo di un brano spesso e volentieri ha una sua struttura interna, incisi dentro semifrasi dentro frasi che al mercato mio padre comprò. Cerchiamo di segnare dove inizia e finisce una frase di senso compiuto, questo ci darà il famoso “Senso della frase”: può essere scontato, ma è molto difficile dare un senso di continuità al discorso tra interruzioni, respiri, battute vuote. Quindi cerchiamo la frase e inseguiamola, tenendo molto a mente cosa stiamo dicendo.
Mi raccomando segna bene i respiri. In particolare, cerca di segnarli prima delle ripetizioni, delle virgole e alla fine delle frasi, non in mezzo. Perchè altrimenti togli.
il senso.
della.
frase.
7 – Memoria
Cerca di memorizzare bene la melodia e il testo prima di cantare: il cervello funziona meglio se fa una cosa per volta, certo, ha mille potenzialità, ma non tiriamo troppo la corda. In fondo, concentrarsi sulle parole, sulla melodia, sulla tecnica e sull’interpretazione contemporaneamente può portarci a fare tutto male.

8 – Analisi (anche qualitativa) dell’armonia.
Anche se non ti intendi di passaggi armonici, cerca di sviluppare la tua sensibilità in rapporto ai cambi di colore musicale. Saprai così valutare quando l’atmosfera si fa più cupa (è probabile che stia avvenendo una modulazione in una tonalità in minore) o più brillante (idem con patate, ma in maggiore), o se c’è un passaggio che non ti aspettavi (probabilmente un passaggio armonico non tradizionale o una cadenza sospesa), o una nota che non è dove dovrebbe essere (magari sarà una nota non in tonalità, un cromatismo, o una piccola modulazione)… bene. Identifica questi punti e dagli il giusto peso: cerca di valorizzare questi punti di contrasto, senza generare troppo stacco e cercando di rimanere inerenti al testo.
9 – Identifica i passaggi tecnici più difficili
Dedicherò un intero articolo a riguardo perchè questo argomento non si può esaurire in poche parole. Il passaggio tecnico difficoltoso deve essere studiato con cura, preferibilmente con un maestro valido. Ci possono essere tante ragioni per cui un passaggio non esce bene: posizioni sbagliate, uso del fiato poco congeniale, poca energia.. insomma tutta una serie di motivazioni e maledizioni che ovviamente ho riscontrato su me stessa e che ho compreso e risolto (e sto ancora risolvendo) a suon di mazzate sulla tastiera. Una vera ribelle.
Consigliuccio: prova a isolare e a cantare il passaggio solo con le vocali, può aiutarti a focalizzare il problema. E studialo come se fosse un vocalizzo, parti dal Do centrale e riproducilo come se fosse un vero e proprio esercizio tecnico.
Qui invece scoprirai di più sulla tua fisiologia .
“E….mentre lo studio?”
10 – Registrati e annota le correzioni
Questa forse è la parte più rognosa in assoluto. Registrarsi, riascoltarsi e annotare i propri errori è svilente e molto molto molto moooolto fastidioso, ma è anche l’unico modo per migliorarsi e sviluppare un senso autocritico. La scelta di simboli personali, da utilizzare come annotazioni su carta, aiuta molto il cervello a identificare subito la soluzione al problema.
“Ma è proooprio necessario registrarsi? In fondo io sento quello che faccio!”
Bruttissime notizie: sì, spesso e volentieri non abbiamo la percezione esterna di quello che facciamo e, quando ci riascoltiamo, attiviamo un orecchio più critico.
Quindi: stampa il testo o lo spartito e annota tutto quello che non ti piace nelle tue registrazioni o quello che vuoi tenere a mente! Ti aiuterà a focalizzare lo scoglio da superare e a ricordare tutti i vari tricks. In più: quanto è figo riascoltarsi dopo sei mesi di studio e dire… “No Vabbè quello ero davvero io?! Ma sono migliorato un botto!!”
Consiglio straimportante: prima di cantare ripassate tutto ciò che avete segnato sullo spartito o sul testo, provando (anche solo parlando) tutte le dinamiche, correzioni, posizioni, intenzioni.
11 – Guardati allo specchio e sii credibile e convincente
Compra un bello specchio verticale, sarà il tuo peggiore nemico, non per la prova costume, ma per migliorarti nella fase finale di esecuzione. Non sei un interprete da karoke, sei un artista. Quindi devi convincere te stesso e gli altri che ciò che stai dicendo è vero. Non fingiamo, ma siamo. La tua stanza è vuota ma quando canti si riempie di pavoni, scimmie e cammelli e stai davvero aprendo la strada al principe Alì, sei davvero in bilico sulla torre a forma di elefante convicendo Satine che amarti è l’unica cosa giusta, sei davvero in una fetida palude offrendo te stessa alla morte per salvare il Duca di Mantova e stai davvero facendo vivere un sogno a chi ti ascolta.
Non si sottolineerà mai abbastanza l’importanza del lavoro sulla comprensione del testo e del contesto del brano. Soprattutto se si eseguono cover pop rock, o standard jazz, per fare un buon lavoro bisogna andare alle fonti e ascoltare diverse versioni. Per non parlare della pronuncia, un minimo di dizione è necessario studiarla. Solo che a volte sembra una perdita di tempo. Grazie per questi spunti.
Hai ragione, comprensione del testo, pronuncia e dizione sono fondamentali anche se trascurate. Vorrei aggiungere che ascoltare le versioni precedenti è utile per ispirarsi, chiarire qualche punto musicale, avere un “consiglio pratico” per risolvere certi tecnicismi più complessi. Ma attenzione, può essere un’ arma a doppio taglio, perchè spesso si tende ad imitare troppo il cantante. Invece dobbiamo mantenere la nostra voce, il nostro timbro e il nostro stile sempre e comunque.
Un’altra cosa su cui personalmente cerco sempre di lavorare, insieme ai musicisti, è la dinamica all’interno del brano: cerco il punto di climax, il centro ideale, e da lì vado a ritroso con i forte e piano, cercando di capire dove crescere e dove calare. A volte un calo brusco o un passaggio pianissimo ha un grande effetto emotivo.
Bravissima. Le dinamiche sono la glassa sulla torta. Sono quelle che spesso trasformano un’ esecuzione scolastica in qualcosa di artistico, insieme ad altri effetti esecutivi.