Home recording: tutto ciò che devi sapere

Il mondo è ormai pieno di persone che, come me, hanno sperimentato l’ebbrezza dell’autoproduzione in home recording.

Se il termine “casalingo” è spesso connesso al significato di “poco professionale”, questo articolo ti dimostrerà il contrario: esiste un mondo immenso dietro alle parole “home” e “recording“, uno studio dettagliato e complesso, di cui potrai anche solo immaginare la sconfinata versatilità e la necessità di una certa preparazione.

Esistono alcuni corsi e master per poter rendere il suono registrato da casa quanto più simile alle produzioni in studio, ma abbiamo bisogno della giusta attrezzatura, dei giusti software, della giusta esperienza e soprattutto della giusta guida!

E io l’ho chiamata apposta per voi: Francesco di Filippo.

Prima di cominciare vorrei precisare due aspetti:

1 – Questo articolo non è stato sponsorizzato da nessun brand e nessuna casa di produzione, ma ogni singola parola è dettata dall’esperienza e dallo studio di Francesco in primis, miei in secondo luogo.

2 – Ho deciso, vista la lunghezza e la ricchezza dell’articolo, di suddividerlo in due sottoarticoli, uno dedicato all’home recording in generale e il secondo al mondo della registrazione prettamente vocale.

Pronti? Via!!

Postazione home recording (Glorious)
  • Presentiamo Francesco di Filippo.

Francesco è un compositore e produce brani inediti in configurazione home recording, si occupa di sintesi sonora e ha alcuni attestati musicali, tra cui un master in Home Recording, Registrazione, Mixing e Suoni.

Francesco è anche insegnante di teoria musicale, armonia e sintesi sonora (a Pescara e online), con cui potrete comunicare grazie ai contatti in fondo all’articolo; ex titolare di un e-commerce di strumenti musicali, caratteristica che ci tornerà molto utile in quanto conosce approfonditamente le proprietà tecniche della strumentazione home recording.

Suona tastiere, chitarra acustica e batteria, ma il suo strumento principale è il sintetizzatore, dunque anche campionatori e drum machine. Si può quindi definire sintetista, ovvero un tastierista che si occupa anche della creazione dei suoni attraverso la sintesi sonora.

In passato ha suonato diversi generi musicali, come rock, blues, progressive, musica d’autore e altri, e da diversi anni si dedica principalmente alla musica elettronica e ambient.

Ma ora diamo la parola a lui, entriamo nel vivo e lo ringraziamo anticipatamente per la miniera d’oro di informazioni e consigli incredibilmente utili che ha accettato di fornire a questo blog e ai suoi utenti.

  • Qual è la strumentazione necessaria con cui strutturare uno studio home recording?

“Ciao! Prima di tutto dipende dal livello che si vuole raggiungere e dalla qualità di registrazione che si vuole ottenere, ad ogni modo l’equipaggiamento di base per uno studio home recording consiste in sette elementi:

1 – Computer

Il computer è il cuore dell’home recording, ci permette infatti di gestire l’audio e tutte le funzioni dei software musicali, fino alla registrazione vera e propria. Non è necessario che il PC sia incredibilmente costoso, ma è importante che sia affidabile: fisso, portatile, Mac o Windows va ugualmente bene, l’importante è che abbia dei requisiti minimi di sistema.

Computer laptop (Project Lead)

Allo stato attuale i requisiti minimi per fare home recording sono: un sistema operativo aggiornato a 64 bit, un buon processore, come ad esempio Intel Core i7 o superiori (non inferiore a i5), una RAM di almeno 8 GB, un hard disk SSD sufficientemente capiente, una scheda grafica con RAM dedicata e come minimo 3/4 porte USB (per collegare scheda audio, MIDI controller e vari dispositivi). Per quanto riguarda la RAM, più ne abbiamo e meglio è: questa è una regola fondamentale dell’home recording. Se un computer non possiede queste caratteristiche minime possiamo rischiare problemi nella registrazione e nella compatibilità con alcuni software professionali (di cui parleremo al settimo punto).

Non c’è dubbio che un PC desktop solitamente sia più stabile e abbia il vantaggio dell’espandibilità, ma ciò non esclude che per fare home recording possiamo in alternativa utilizzare un laptop qualora si preferisse per praticità, in quanto ormai, grazie alle tecnologie odierne, anch’esso consente buone prestazioni e affidabilità (se di qualità).

Tuttavia, per un computer che abbia questi requisiti minimi, possiamo recarci in qualsiasi negozio di elettronica/informatica e trovarlo ad un prezzo di fascia media o medio-alta a seconda della marca e del modello.

In commercio si possono trovare anche PC specifici per la produzione musicale (come in foto), progettati per includere tutte le caratteristiche tecniche necessarie, ma è chiaro che in questo caso bisognerà mettere in conto una spesa maggiore.

2 – Scheda Audio

E’ importante dotarsi di una scheda audio esterna, evitando di utilizzare quella integrata nel PC in quanto non rappresenta una soluzione professionale. Una scheda audio esterna è fondamentale per diverse ragioni: ci permette di registrare strumenti musicali e di collegare microfoni, di abbassare i tempi di latenza (quel fastidioso ritardo nel suono che si percepisce durante la registrazione o durante l’esecuzione), di ottenere una qualità audio migliore in quanto ha una risoluzione in bit e una frequenza di campionamento elevati, di regolare i livelli in modo indipendente (tra i gain degli inputs, i volumi di out e cuffie, il bilanciamento tra segnale e playback, etc) ed eventuali altre funzioni che dipenderanno dal modello, come ad esempio le porte MIDI per collegare tastiere ed altri dispositivi, gli inserts per processori, etc. Alcune schede audio prevedono molti ingressi e uscite (I/O) per poter collegare diversi strumenti ed espandere le possibilità.

Scheda audio USB (Motu)

Per la scelta di una buona scheda audio USB bisogna considerare una risoluzione di 24 bit/96 kHz almeno, è importante anche la qualità dei preamplificatori interni alla scheda audio per ottenere un buon segnale, potente, limpido e privo di rumore di fondo; più è alta la qualità dei preamplificatori e più saliremo di prezzo. Le schede audio devono essere dotate, inoltre, del tasto Phantom Power (48V) per alimentare i microfoni a condensatore.

In linea di massima, possiamo trovare una buona scheda audio e non troppo costosa (tra 100 e 200 euro) in qualsiasi negozio di strumenti musicali, come alcuni modelli della Focusrite, Presonus, Motu, Esi, M-Audio, Steinberg, qualche modello della Tascam e della Behringer. Al momento dell’acquisto chiediti sempre per cosa dovrai utilizzarla, uno dei fattori che condiziona molto il prezzo è il numero di ingressi, poichè ad ognuno di essi è associato un preamplificatore. Se ad esempio dovrai registrare un singolo strumento/voce oppure utilizzi prevalentemente i virtual instruments, allora ti basteranno 2 ingressi e 2 uscite (presenti nella maggior parte delle schede audio di fascia di prezzo media o bassa) e potrai investire di più sulla qualità del resto dei componenti e delle funzioni aggiuntive.

3 – Microfono

Per registrare la voce è indispensabile un microfono a condensatore che collegheremo alla nostra scheda audio, con il quale è possibile la ripresa anche di strumenti acustici (chitarra classica e acustica, violino, flauto etc.). Pertanto, il microfono a condensatore è la base di partenza per registrare in home recording, ma eventualmente possiamo pensare di aggiungere un microfono dinamico (in gergo “gelato”) a seconda delle necessità, come ad esempio lo SHURE SM57. Un microfono dinamico può essere utile per coloro i quali dovranno registrare strumenti che hanno un’elevata pressione sonora, come amplificatori di chitarra e alcuni pezzi della batteria.

Microfono a condensatore (Rode)

In commercio possiamo trovare tantissimi microfoni a condensatore con un ottimo rapporto qualità prezzo, dopodiché occorrerà aggiungere alcuni accessori, come un sostegno anti-shock e un filtro anti-pop (visibili in foto), utili a migliorare la pulizia del suono e ad evitare disturbi nella ripresa della voce; infine servirà ovviamente un’asta per montare il microfono.

Il microfono a condensatore richiede di essere alimentato attraverso la nostra scheda audio con il tasto Phantom Power.

Possiamo trovare microfoni professionali o di buona qualità a partire anche da una spesa di circa 80/100 euro. Per la registrazione vocale sarà più indicato un microfono a condensatore a diaframma largo, mentre per la ripresa di strumenti acustici sono ideali i condensatori a diaframma stretto.”

[Non perdere la seconda parte dell’articolo dedicato all’home recording: faremo uno zoom sul mondo della registrazione vocale e dei microfoni].

4 – Cuffie

“Le cuffie sono estremamente utili per ascoltare i dettagli di ciò che stiamo registrando, da alternare alle casse (di cui parleremo nel prossimo punto). Possono essere di tre tipi: chiuse, semiaperte o aperte. In fase di mixing consiglio le cuffie aperte o semiaperte, mentre per la registrazione della voce, meglio utilizzare cuffie chiuse, onde evitare il rientro della base (che sentiamo in cuffia) nel microfono, cosa che sporcherà la nostra registrazione.

Cuffie da studio (AKG)

Dopo la registrazione e il mix sarebbe utile adoperare diversi tipi di cuffie per un confronto della resa, attraverso il quale affiorano nuovi particolari ogni volta. In sintesi, ascoltare il tuo brano con diverse cuffie ti fa capire se è stato mixato bene, in modo da fare eventuali correzioni successive sul materiale sonoro: puoi alternarne diverse, compresi dei semplici auricolari. Invece, durante la registrazione e nel mix abbiamo bisogno di cuffie da studio di qualità: possiamo trovare modelli professionali (per mixing, monitoring e registrazione) a partire da 70 euro circa in su.

La differenza tra cuffie da studio e cuffie comuni da ascolto è che le prime devono essere in grado di riprodurre fedelmente il suono e i suoi dettagli, senza enfatizzare nessuna gamma nello spettro di frequenze, devono quindi essere “neutre” per darci un reale riscontro del nostro lavoro di registrazione, altrimenti avremo un risultato sonoro sbilanciato del mix finale.
Le cuffie da ascolto, invece, tendono sempre a “colorare” un po’ il suono enfatizzando alcune frequenze (specie sui bassi), per questo a volte possono sembrare più gradevoli all’ascolto rispetto a quelle da studio, ma sono meno fedeli e accurate nella riproduzione del suono, per questo poco indicate in home studio.

Un altro parametro da considerare è l’impedenza nominale: alcune cuffie hanno un’impedenza alta (dagli 80/100 Ohm in su) e in tal caso richiedono l’amplificazione.

5 – Monitor da studio

In uno studio home recording che si rispetti non mancano mai dei buoni diffusori acustici; quelli in tecnologia Nearfield (ovvero per ascolti a campo ravvicinato) permettono di monitorare bene anche se si registra in ambienti piccoli. La scelta dei monitor dipende da vari fattori, a partire dalle dimensioni della stanza: se l’ambiente non è troppo grande (come ad esempio una normale cameretta), sarà meglio optare per dei monitor con un cono non oltre i 5 pollici, altrimenti potremo rischiare rimbombi sui bassi e risonanze fastidiose che compromettono la qualità di registrazione.

Monitor da studio Nearfield (Adam)

Nella scelta dei monitor (come per le cuffie) dobbiamo essere molto attenti alla qualità, poiché devono essere in grado di farci percepire ogni dettaglio sonoro del nostro lavoro, in quanto ciò che registriamo e mixiamo deve potersi tradurre bene (fedelmente) su altri dispositivi da ascolto e su varie piattaforme quando il file verrà esportato e diffuso.

Consiglierei dei monitor Nearfield che abbiano un range di frequenze a partire almeno dai 50-55 Hz nella gamma bassa, per poter ascoltare e (quindi) mixare meglio anche sulle basse. E’ importante che abbiano una buona risposta in frequenza, il più possibile lineare, per poter riprodurre in modo fedele il suono. A tal proposito, prima dell’acquisto, è utile dare un’occhiata al grafico di risposta in frequenza (o ai relativi parametri) che possiamo trovare nella scheda tecnica del produttore/fornitore.
Un altro fattore da tenere in considerazione è la qualità di risposta ai transienti che un monitor possa offrire, cosa da non sottovalutare nelle fasi di mixing.

Per una coppia di monitor (con cono entro i 5”) di buona qualità bisognerà considerare una spesa a partire da circa 400-500 euro.

6 – MIDI Controller

I MIDI Controller (o tastiere MIDI) sono strumenti da interfacciare al PC attraverso un cavo USB; grazie ad essi possiamo pilotare e suonare i software musicali (come DAW e virtual instruments) oppure i moduli/synth hardware. Sono strumenti musicali privi di suoni interni, non in grado quindi di emettere alcun suono se non quando collegati al computer per utilizzare i software (o ai moduli hardware) come sorgente sonora.

Tastiera MIDI controller (Nektar)

Esistono diverse tipologie di MIDI controller: strumenti privi di tastiera musicale, ma dotati di un pannello di controllo con potenziometri, fader, switch e pad che servono per controllare i parametri del software di registrazione o anche dei sintetizzatori; oppure tastiere per suonare in senso stretto (provviste di tasti) e che a loro volta possono includere, come no, i controlli appena citati.

Controller MIDI (Akai)

Con una MIDI controller possiamo quindi suonare sintetizzatori, campionatori e drum machine per avere sonorità elettroniche, oppure ottenere suoni di strumenti reali, come quello del pianoforte, dell’organo oppure di altri strumenti come fiati, archi, etc. Tutto questo è possibile attraverso i virtual instruments, governati e gestiti dalla nostra MIDI controller che sarà collegata al computer.

Per nostra fortuna le tastiere MIDI non sono molto costose, quelle basilari partono dai 50/60 euro in su. Possiamo trovarle con tasti standard o mini, con tasti pesati (le più costose), non pesati o semipesati e con un numero variabile di ottave. Il numero di tasti, le funzioni varie e il tipo di controlli presenti sul pannello dipenderanno dalle esigenze del musicista.

7 – Software

Per fare home recording è indispensabile avere un sequencer audio/MIDI, spesso chiamato DAW (acronimo di “Digital Audio Workstation”), che consiste nel software di registrazione. Si tratta di programmi che racchiudono un po’ tutte le funzionalità utili a uno studio di registrazione. Ne esistono diversi: Cubase, Logic, Pro Tools, Studio One o altri come Reason, Ableton, etc. Questi citati sono tutti professionali e di base prevedono le stesse funzioni principali per la registrazione. La scelta quindi dipenderà dalle esigenze e preferenze di ognuno (personalmente utilizzo Cubase e lo preferisco agli altri).

Sequencer audio/Midi (Steinberg Cubase)

Attraverso un sequencer audio/MIDI possiamo registrare, fare editing, aggiungere effetti alle tracce, fare mixing, mastering e quindi effettuare un lavoro completo di produzione musicale, dalla creazione alla finalizzazione.

Sequencer audio/MIDI come Cubase, Pro Tools e Logic, sono adoperati nella maggior parte degli studi di registrazione nelle versioni “Pro” (non poco costose), ma in commercio possiamo trovarli anche nelle versioni base (entry level) o intermedie, ad un prezzo davvero molto accessibile! Quest’ultime versioni chiaramente non prevedono tutti i tools e i plugin delle versioni complete, ma includono comunque tutte le funzioni professionali di base e necessarie per la registrazione, più che sufficienti per chi produce musica in home recording e non ha le esigenze di lavoro di uno studio di registrazione vero e proprio (o da ingegneri del suono).

Aggiungo che, nella registrazione home recording diventa necessario l’utilizzo di processori di dinamica ed effetti audio: possiamo utilizzare quelli in dotazione al sequencer stesso, oppure acquistarli separatamente, come alcuni plug-in di software house specializzate nel settore (Waves, Izotope etc). Per processori intendo compressori, equalizzatori, limiter, noise gate e simili, mentre per effetti veri e propri intendo riverbero, delay, flenger, chorus, phaser, distorsione e altri. Sono strumenti indispensabili che in alcuni casi servono per ritoccare e abbellire, in altri per correggere le imperfezioni delle tracce registrate o migliorarle notevolmente. Alcuni di questi processori ed effetti sono sempre usati in ogni produzione, in quanto essenziali. Per adoperarli in modo corretto e ottenere buoni risultati, occorre un’adeguata conoscenza dei loro parametri e delle modalità operative (specialmente capire come e quando applicarli), altrimenti un utilizzo errato o eccessivo di questi plugin non farebbe altro che rovinare la nostra registrazione.

Riverbero Plugin (Lexicon)
Compressore Plugin (Waves)

In ultimo, rivestono molta importanza anche i virtual instruments, software che permettono di ottenere il suono degli strumenti musicali reali (spesso di altissima qualità), in modo da poterli suonare/controllare con la nostra MIDI controller. Tornano molto utili soprattutto quando non possediamo strumenti tradizionali da registrare, ma allo stesso tempo abbiamo bisogno di aggiungere arrangiamenti strumentali per arricchire il nostro brano o per realizzare vere e proprie composizioni.

Sintetizzatore Software (Cakewalk)

In commercio si trovano tantissimi virtual instruments professionali per avere il suono di qualsiasi strumento musicale: pianoforti acustici e digitali, organi, strumenti orchestrali e orientali, chitarre, sintetizzatori, basso, percussioni, cori e tanti altri. Alcuni sfruttano le più avanzate tecnologie di campionamento (nota per nota a più livelli di dinamica), tramite le quali possiamo avere lo stesso timbro degli strumenti originali campionati, pronti per essere suonati e registrati: per ogni nota della tastiera MIDI, avremo la nota corrispondente dello strumento virtuale e con il suo timbro effettivo e caratteristico. La fedeltà nella resa sonora di questi software è notevole, talvolta da diventarne difficile il riconoscimento rispetto ad uno strumento reale, tant’è che i virtual instrument vengono impiegati in molte produzioni professionali.

Bisogna precisare, però, che anche per suonare questi virtual instruments è fondamentale uno studio di base della musica (teoria musicale e armonia), soprattutto per ottenere esecuzioni fedeli (anche nelle dinamiche) e arrangiamenti sensati, in quanto usare questi software, specie con una tastiera MIDI, equivale a suonare uno strumento vero! Per cui diventa importante sapere ciò che si compone e si registra a livello armonico, melodico e ritmico. Inoltre, avere una conoscenza di base della tastiera come strumento musicale, aiuta molto.”

Virtual Instrument orchestrale (Garritan)
  • Bene Francesco, avendo terminato questo elenco di tutta la strumentazione indispensabile, sorge spontanea una domanda: possiamo fare home recording in qualsiasi tipo di stanza?

“Per allestire un home studio generalmente va bene la stanza che si ha a disposizione (camera, salotto, taverna, etc). In molti casi però si avrà una cattiva acustica dell’ambiente, in particolare nelle stanze molto grandi e vuote, poiché produrranno riverberazioni eccessive e risonanze fastidiose mentre si suona/registra. Tali riflessioni del suono possono rientrare nel microfono durante la registrazione o disturbare l’ascolto nel mix, rovinando quindi il nostro lavoro. In questi casi converrà trattare la stanza applicando pannelli acustici sulle pareti e agli angoli della stanza in punti strategici, cioè dove il suono riflette o rimbomba. A tale scopo si utilizzano pannelli fonoassorbenti, bass trap e diffusori acustici.

Si tratta di un’operazione non sempre semplice ed economica, quindi, in caso di difficoltà e di un’acustica non ottimale, almeno nelle fasi di mixing ci verrebbero in soccorso le cuffie:
Se lavorassimo solamente con casse monitor (pur se di ottima qualità) in una stanza che ha una cattiva acustica, il risultato sarebbe disastroso, perché avremo comunque una percezione alterata del suono e delle frequenze, che ci porterà inevitabilmente a fare interventi sbagliati nel mixing o nel mastering, di conseguenza il nostro prodotto finale avrà un risultato sonoro squilibrato e quindi di qualità scadente (specie se riprodotto in altri ambienti e su altri dispositivi d’ascolto).
Le cuffie, invece, bypassano il problema dell’acustica dell’ambiente e possiamo percepire i suoni in maniera più fedele e precisa, possibilmente da alternare ogni tanto ai monitor per un ascolto più generale, poiché con essi possiamo renderci maggiormente conto di alcuni aspetti legati alla spazialità e alla stereofonia del suono, cosa le cuffie non sempre permettono. Se invece si ha un ambiente trattato e con una buona acustica allora sarà meglio utilizzare sia i monitor che le cuffie.

Pannelli fonoassorbenti (Keyhelm)

Se durante le fasi di registrazione e nel mix decidessimo di utilizzare unicamente le cuffie è importantissimo usare quelle specifiche per mixing e di qualità professionale, necessariamente di tipo aperte o al limite semiaperte (bisognerà mettere un conto una spesa di almeno 100 euro).

Nel caso in cui non si sia fatto un trattamento acustico della stanza con pannelli specifici, un rimedio potrà essere quello di adottare soluzioni casalinghe “d’arredo” per attenuare almeno i rimbombi e le riflessioni eccessive (maggiori): spesso vengono utilizzate delle librerie e soprattutto materiali morbidi come feltro, tappeti e moquette. Quest’ultimo non rappresenta un trattamento professionale, infatti aiuterebbe solo a migliorare un po’ l’acustica dell’ambiente.

In conclusione a questa breve disamina sugli elementi di base per l’home recording, ci tengo a precisare che, per ottenere delle registrazioni di qualità, non basta avere solo una buona strumentazione e un trattamento acustico adeguato, ma è opportuna anche la conoscenza delle tecniche e delle fasi di produzione: microfonazione e registrazione, editing della traccia, processamento, mixing e mastering.”

  • Qual è la differenza tra mixing e mastering?

Il mixing consiste nella gestione di tutte le tracce registrate: è un lavoro di regolazione e bilanciamento del suono fra tutti gli arrangiamenti del brano (“miscelazione” appunto). Nel mixing si regolano i livelli di ogni singola traccia, si aggiungono effetti e processori laddove servono, si eliminano imperfezioni, rumori e sbalzi di volume, si posizionano le tracce nel giusto panorama stereo attraverso il pan pot, più altri piccoli interventi e correzioni sul suono.

Mixing (Cubase)

Il mastering è invece un lavoro di finalizzazione su tutto il brano nel complesso e non su ogni singola traccia. Si tratta di una fase di rifinitura che a volte è più delicata del mixing poiché si cerca di portare il brano su standard qualitativi da CD, radio e piattaforme, quindi si ottimizzano i volumi e si migliora il suono nel suo insieme tramite vari processori di dinamica (con equalizzatori e compressori specialmente). Successivamente al mastering, il brano rispetterà dei parametri di qualità e di volume adatti a diversi dispositivi, supporti e piattaforme da ascolto, per essere poi pubblicato.”

  • Ora una domanda per neofiti: cos’è un sintetizzatore?

“È uno strumento musicale elettronico che consente di generare sonorità originali elettroniche. Si tratta dello strumento principe della musica elettronica, ma è molto utilizzato anche in altri generi musicali, come nel rock, nel pop, etc. Il suono viene emesso tramite circuitazione elettrica, quindi in modo differente dal principio acustico di produzione sonora di strumenti a corda, ad arco, a fiato e simili.
Il sintetizzatore può essere sia hardware che software (entrambe le tipologie hanno applicazioni professionali), può essere monofonico o polifonico, può avere una tastiera musicale incorporata o non averla affatto, ma l’elemento cruciale di un sintetizzatore è il suo pannello di controllo: esso prevede una serie di parametri e moduli che determinano un percorso di segnale (catena di sintesi), attraverso i quali, fase per fase, possiamo costruire il suono che desideriamo, anche partendo da zero (dal silenzio totale). Questo processo di programmazione del suono si definisce sintesi sonora. Ad esempio, nelle mie produzioni di musica elettronica, i suoni degli arrangiamenti presenti nei brani sono stati realizzati attraverso i sintetizzatori.
Il sintetizzatore, detto anche “synth”, permette quindi di creare, controllare e modulare suoni ed effetti di qualsiasi genere (in tempo reale o automatizzati precedentemente).

Sintetizzatore modulare software ad emulazione analogica (Arturia)

Per i neofiti: il suono di un synth (ovvero il timbro e la sua dinamica) non è da confondere con la parte musicale melodica o armonica (note e accordi) che successivamente verrà eseguita suonando sulla tastiera (o con un controller MIDI), attraverso la quale, naturalmente, possiamo sfruttare il suono creato con il synth stesso; tuttavia, alcuni sintetizzatori dotati di sequencer ci permettono di programmare anche la sequenza di note (che poi verrà riprodotta automaticamente).
Un sintetizzatore, in base al circuito elettronico che implementa, può lavorare nel dominio analogico oppure digitale e avere diverse architetture e tecniche di sintesi. In base quindi alla tipologia, possiamo avere differenze sia nella pasta sonora di base sia nelle possibilità di modellazione timbrica. Con un sintetizzatore possiamo creare diverse tipologie di suono: suoni solistici (lead), di basso (bass), percussivi (drum), di tastiera (keys), simili alla voce umana (voice e choir), tappeti (pad), suoni simili a strumenti tradizionali (strings, brass, flute, guitar, organ), paesaggi sonori (soundscape), effetti (FX) e persino rumori e bordoni (noise e drone). Un synth ci permette di generare sonorità sia molto simili che molto diverse da uno strumento musicale reale (acustico o elettrico che sia), le possibilità timbriche sono infinite, pertanto nella sintesi sonora la creatività non avrebbe confini.”

  • Cosa reputi importante per fare home recording?

“Innanzitutto lo studio della musica, della teoria musicale e dell’armonia, in quanto sono alla base di ogni genere musicale e valgono per ogni strumento, voce compresa: senza di essi è impossibile fare musica.

Nel caso in cui si fosse interessati alle sonorità elettroniche, diventa importante lo studio della sintesi sonora, anche perchè ormai l’uso del sintetizzatore si è esteso a molti generi musicali. La sintesi sonora consiste nello studio di tutti i moduli e i parametri della catena di sintesi per la programmazione del suono, delle tecniche di sintesi, modulazioni, automazioni eccetera.

Parametri di un sintetizzatore (Waldorf)

Invece, per ottenere buone registrazioni, è importante anche lo studio delle tecniche e delle fasi di registrazione (precedentemente citate). Senza di esse è pressoché impossibile raggiungere uno standard di qualità audio professionale. Realizzare un brano che suoni in modo pulito e convincente, ben bilanciato su tutte le frequenze, sui livelli e caratterizzato da una certa definizione e presenza sonora (come quelli degli artisti che conosciamo) non è cosa semplicissima! Pertanto non basta solo avere l’attrezzatura buona, ma diventa indispensabile un’adeguata preparazione di base su questa materia.”

  • Oltre questi dispositivi indispensabili di cui hai parlato, ce ne nomineresti altri?

“Beh, per chi non si accontenta possono esserci tanti altri strumenti al fine di ampliare le possibilità e arricchire il proprio studio, si può finanche arrivare ad allestire un vero e proprio studio di registrazione… Se la tasca lo permette! (ride). Ad ogni modo, io ho parlato della strumentazione di base, che costituisce il minimo necessario ma comunque completa e che quindi permette, se utilizzata nel modo giusto, di ottenere ugualmente registrazioni professionali.

Ma volendo accennare ad altri strumenti utili, per esempio c’è chi preferisce utilizzare processori hardware esterni, anziché quelli in dotazione al sequencer audio/MIDI o in formato VST (non perché quelli software siano da meno).

Processore hardware – equalizzatore (Warm)


C’è chi utilizza anche un mixer hardware esterno, pur se quello virtuale incluso nei software di registrazione è molto avanzato e ricco di funzionalità:
Chi adopera in aggiunta mixer esterni, solitamente ha necessità diverse, ad esempio deve registrare molti strumenti musicali oppure esige collegamenti particolari o più specifici; in ogni caso, negli studi di registrazione, il mixer hardware si utilizza in combinazione al sequencer e ad altra attrezzatura.

Mixer hardware (Behringer)


Poi c’è chi utilizza diversi modelli e tipologie di microfoni (condensatori, dinamici e altri) per alternare differenti tecniche e sfumature di ripresa microfonica.
Infine esistono altri dispositivi, come preamplificatori microfonici esterni (non integrati nelle schede audio), amplificatori per cuffia, expander, registratori portatili (handy recorder), moduli sonori, mobili da studio per lavorare in modo più comodo e anche tanti accessori di vario tipo.
Tutta questa strumentazione è senz’altro utile, ciononostante più adatta a chi vuole approntare uno studio di un certo livello e non ha, soprattutto, grossi problemi di spesa! Altrimenti, ripeto che gli strumenti di base elencati precedentemente sono più che sufficienti per ottenere ottimi risultati nella registrazione.”

Mobile da studio di registrazione (Zaor)
  • E i tuoi preferiti?

“Per quanto riguarda i sequencer audio/MIDI mi trovo benissimo con Cubase. Inoltre, mi piacciono molto i sintetizzatori VST che utilizzo, sia ad emulazione analogica che digitali (modulari, in sottrattiva, granulare, waveshaping, vettoriale ecc), sono tutti principalmente della Arturia, della Native Instruments e della Waldorf; poi alcune drum machine, campionatori e diversi virtual instruments. Tra quest’ultimi, il mio preferito è il pianoforte a modelli fisici della Arturia (“Piano V”, in foto), che prevede 12 diversi modelli di pianoforti reali, dal suono molto caldo. Come MIDI controller, mi trovo molto bene con M-Audio e Behringer, e infine mi piacciono le mie fedelissime e inseparabili AKG-K240, che sono ottime cuffie semiaperte, che utilizzo in fase di mix e non solo. Non ho incluso alcuni strumenti tradizionali acustici che utilizzo.”

Virtual instrument di pianoforte (Arturia)
  • Ci consiglieresti alcuni validi strumenti per l’home recording, che abbiano un buon rapporto qualità/prezzo per ognuna delle categorie di cui hai parlato?

“Bella domanda! Mi rendo conto che non sia facile orientarsi in un mercato davvero ricco di strumenti musicali per l’home recording, in quanto offre davvero tantissimi modelli, sia validi che meno validi, con alcuni che addirittura non servono quasi a nulla! Per cui spesso diventa molto difficile scegliere soprattutto da parte di chi ha poca esperienza e rischia di acquistare prodotti di scarsa qualità o che, anche se buoni, non soddisfano appieno le proprie aspettative ed esigenze! Tra l’altro, i parametri tecnici da valutare in fase d’acquisto per ogni singolo dispositivo non sono affatto pochi, senza considerare che anche tra i prodotti validi (o professionali) ce ne sono tanti che si collocano circa sullo stesso livello (sia di prestazioni sia di qualità che di funzionalità)!

Photo by Troy T on Unsplash


Pertanto mi limiterò a suggerire alcuni modelli non troppo costosi e alla portata di molti, ma comunque buoni e davvero utili, dal buon rapporto qualità/prezzo. D’altronde non è necessario avere l’attrezzatura “ultra professionale” da migliaia di euro per ottenere qualità… È invece necessario saperla utilizzare: ci sono musicisti e producer che in configurazioni home recording piuttosto semplici riescono ad ottenere registrazioni di qualità quasi pari alle produzioni degli studi di registrazione professionali! L’importante è evitare prodotti particolarmente economici e presentati come la “soluzione ideale”, quando spesso di “ideale” non hanno proprio nulla… Ma infatti questi non saranno assolutamente inclusi nella lista.

Schede audio:
Entro i 200 euro si possono trovare schede audio davvero ottime: Behringer UMC404HD / Steinberg UR242 / Focusrite Scarlett 2i2 (3rd Gen) / Presonus Studio 24C / M-Audio AIR 192/8 / Motu M2.

Microfoni:
Tra i microfoni a condensatore adatti sia alla registrazione vocale che strumentale, posso citare:
AKG P120 / Behringer B2 PRO / Audio Technica AT2020 / RODE NT1-A (il microfono utilizzato attualmente da Imago), RODE NT1000 / GOLDEN AGE FC3 / AKG P220 / SENNHEISER MK4.

Cuffie:
Suggerisco alcuni modelli di livello professionale e adatti sia alla registrazione vocale che al missaggio, quindi sia di tipo chiuse sia aperte che semiaperte: AKG K240 MK2 (attualmente utilizzate da Imago) / Beyerdynamic DT770 PRO (sia da 80 Ohm che da 250 Ohm) / AKG K701 / Beyerdynamic DT990 PRO / Audio Technica ATH-M50X / AKG K612 Pro

Monitor da studio:
Mi limito solo ai monitor Nearfield con cono fino a 5″, in quanto sono quelli maggiormente utilizzati negli home studio di piccole e medie dimensioni:
Presonus Eris E44 / Yamaha MSP5 Studio / Focal Alpha 50 / ADAM A3X e i più economici ADAM T5V. Per chi invece volesse risparmiare molto accontentandosi di una qualità inferiore, ma comunque discreta, consiglio di provare: Alesis M1 Active MK3 / M-Audio BX5 D3 / Mackie MR524 / Presonus Eris E5 / Presonus Eris 5XT (consigliatissimi) / Yamaha HS5 (tra i migliori nella fascia di prezzo bassa).

MIDI controller:
Per quanto riguarda le tastiere con tasti mini cito la AKAI MPK Mini MK3 (le versioni black e white sono belle e particolari) e la Alesis V Mini.
In merito invece alle tastiere MIDI con tasti standard da 2 ottave suggerirei:
M-Audio Oxygen 25 MK4 / M-Audio Oxygen Pro 25 (tasti semi-pesati) / Nektar Impact LX25+ / Novation Impulse 25 (tasti semipesati).
Tra le tastiere da 4 o più ottave (fino a 88 tasti) consiglierei:
Arturia KeyLab Essential 49 / M-Audio Oxygen Pro 49 (tasti semi-pesati) / Roland A-500 Pro / M-Audio Oxygen 61 MK4 / Nektar Impact LX61+ / Studiologic SL73 Studio (tasti pesati) / M-Audio Keystation 88 MK3 (tasti semipesati) / Nektar Impact LX88+ / M-Audio Hammer 88 (tasti pesati).
In ultimo, per i controller MIDI (privi di tastiera musicale) consiglio:
AKAI LPD8 / Arturia BeatStep / AKAI MPD218 / KORG nanokontrol 2 / AKAI MidiMix / Presonus Atom SQ / BEHRINGER X-Touch Extender / Faderfox PC4.

Software:
Come software di registrazione consiglierei di valutare Steinberg Cubase: è un sequencer molto potente e completo, prevede tutte le funzionalità professionali più avanzate, dalla registrazione alla finalizzazione, per ogni esigenza di produzione e genere musicale.
In alternativa, altre DAW molto usate e allo stesso tempo professionali sono senz’altro Avid Pro Tools (non semplicissimo da usare) Apple Logic (ma solo per piattaforma macOS) e Presonus Studio One (estremamente intuitivo nell’utilizzo, sviluppato dagli stessi ingegneri di Cubase).
Per i plugin di effetti e processori, se non si vogliono utilizzare quelli in dotazione al sequencer audio/MIDI (ottimi in molti casi), allora consiglio di dare un’occhiata ai cataloghi Waves / Izotope / UAD / Lexicon tra i quali ci sono plugin di effetti davvero eccellenti.
Per quanto riguarda i virtual instrument (di strumenti reali, sia acustici che elettrici) si possono trovare cose davvero molto interessanti e sorprendenti tra i prodotti della Garritan / Toontrack / Synthogy / Spectrasonics / Amplesound / Best Service / East West / E-instruments.
Invece per gli strumenti elettronici software (come sintetizzatori, campionatori, drum machine) consiglio quelli di Arturia / Native Instruments / Korg / Waldorf / Lennar Digital / U-he / Rob Papen. Soprattutto per quanto riguarda i sintetizzatori, tra quest’ultimi produttori se ne possono trovare tantissimi (i migliori) che non hanno nulla da invidiare ai sintetizzatori hardware molto più costosi (specie se analogici).

Pannelli acustici:
Per il trattamento acustico della stanza esistono pannelli di ottima qualità ma sono piuttosto costosi, pertanto ne suggerisco alcuni molto più economici ma comunque in grado di svolgere il loro lavoro discretamente.
Pannelli fonoassorbenti: Prowaves Pyramid h4 40×40 / EQ Acoustics Classic Wedge 30 Tile.
Bass trap: Prowaves Bass Trap h60 30×30 / T.Akustik CBT-37
Pannelli diffusori: T.Akustik Diffusor Manhattan eps set / T.Akustik Grid Diffusor
Kit completo di pannelli (fonoassorbenti + bass trap): Prowaves Kit Studio Advanced (4 bass trap + 20 fonoassorbenti) / Vicoustic MixKit Pulsar (4 bass trap + 8 fonoassorbenti).

Ringraziamo moltissimo Francesco per la sua disponibilità, ma non è finita qui: non perdere la seconda parte dell’articolo “Home recording: tutto ciò che devi sapere – Microfoni e Voce” in cui ci addentreremo nel mondo della registrazione vocale.

Ti ha incuriosito questo articolo? Vedere la punta di questo iceberg ti ha fatto venir voglia di scoprirne il resto?

Ti ricordo che Francesco è un insegnante di teoria musicale, armonia e sintesi sonora. Contattalo per avere ulteriori informazioni:

Whatsapp: 3497148432

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Mail: francescodf6@gmail.com

(foto in copertina:

Photo by Caught In Joy on Unsplash)

3 Comments:

  1. Ciao a tutti, siamo difronte a una introduzione molto dettagliata a quello che è l’argomento di questo articolo, viene spiegato in maniera cronologica come fare a cimentarsi in questo campo e ottenere dei buoni risultati, non viene trascurato nulla ed è suddiviso in step in modo da poter esaudire ogni esigenza , in più, cosa da non poco, c’è la possibilità di avere assistenza diretta da parte di un qualificato professionista, direi un ottimo lavoro, complimenti.

  2. Il mondo del virtual instruments si sta ampliando sempre di più, per il diffondersi della tecnologia ed anche per la situazione che stiamo vivendo.😷
    Grazie ad un professionista come Francesco, che è stato anche mio professore, invito chi ama la musica elettronica (e non solo) ad affidarsi a lui… È pazzesco!!
    Buona musica a tutti 🤟🖤

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